giovedì 12 novembre 2009

Quando la libertà di satira...puzza di marcio.


Fumetto spazzatura su ministro Giorgia Meloni: insorge sdegno bipartisan.

Il sottile limite oltre il quale la satira sconfina del cattivo gusto, o addirittura nella maleducazione più selvaggia, da oggi può dirsi ridisegnato.
Dagli albori della propria nascita quale primo genere originale della cultura latina, la satira è riuscita a conservarsi indenne nei secoli alle critiche ed alla demonizzazione strumentale, proprio perchè "castigat ridendo mores" (coregge i costumi, deridendoli), conservando intatte le caratteristiche di controcanto culturale alle volte pungente, altre dissacrante ma, comunque mantenuto nei limiti del comune rispetto.
Proverbiale l'attacco che il demagogo Cleone (426 circa A.C.) contro il poeta graco Aristofane, primo a porre la satira politica quale ingrediente fondamentale dell'opera comica.
Innumerevoli i personaggi ad aver untilizzato lo strumento della satira (politica, di costume, sociale, etc) nel corso di oltre due millenni, nomi quali Ennio, Quintiliano, Orazio, e tra gli illuminsiti Montesquieu, Voltaire, Parini. Forse più "confidenzialmente vicini" Alighiero Noschese e Paolo Villaggio, Daniele Luttazzi. Tutti "attori" di una satira informata, cosciente, costruttiva, protagonista nella controinformazione come, comunque, non fine a se stessa, ma annegata in un ottica di rinnovamento.
Un tentativo eloquente di definizione del fenomeno Satira, molto attuale, ci viene suggerita, se pur quale definizione giuridica, dalla Corte di Cassazione, la quale, nella sentenza n. 9246/2006, recita:
« (la satira) è quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. »
Tutti conosciamo le discussioni ed i dibattiti quotidiani, sull'utilizzo strumentale della satira quale arma di opposizione politica, ed ognuno conserva un proprio punto di vista che, quandunque severo o soggettivo, tiene conto della libertà d'espressione dei singoli individui, della garanzia al rispetto d'opinione.
Ma ci sono debite eccezioni.
In questi giorni, nelle librerie e fumetterie, è stato distribuito il nuovo libro satirico del disegnatore Alessio Spataro, dal titolo di dubbio gusto "LA MINISTRONZA", il quale ha come soggetto la destra in generale e più specificamente, il ministro della gioventù ed esponente PDL GIORGIA MELONI. Per comprendere a pieno i toni fatiscenti del prodotto, basta baosservarne la copertina, raffigurante una Meloni (denominata romanescamente MECOJONI) nelle fogne contornata da ratti, mosche e scarafagi, e leggerne il messaggio di accompagnamento: «Fascisti, carogne, tornate nelle fogne». Scorrendo le pagine, poi, si delinea meglio il carattere dell' "opera" che ritrae "Giorgia Mecojoni" con un dialetto romanesco pesantemente marcato da improperi, in atteggiamenti antipolitici ed antisociali, in un olezzo costante di "merda" (cosi come tutti i politici di destra) e dedita a rapporti sessuali con i propri sostenitori in una salsa dal sapore vagamente dannunziano.
Il "libro" La Ministronza, inizia e finisce nella trivialità e nella scurrilità e, se pur definito dallo stesso autore "di satira", oggettivamente della nobile arte letteraria e teatrale, non ne ha alcun carattere. Una lunga lista di qualunquismo, insomma, dove destra assume l'unico significato di fascismo, l'unico filo conduttore una costante di offese gratuite e maschilismo.
La lettura delle vignette, pubblicate sul blog del vignettista, lascia l'amaro in bocca ed ,insieme, la delusione per la vana attesa di una nota comica inesistente. Pervade uno sbigottimento attonito e la sensazione di osservare (come si diceva una volta) bassa ironia da caserma. Sinceramente anche un senso di fastidio.
Posto innanzi al dubbio sulla sua produzione, Spataro ha risposto pieno di immotivata presunzione, facendo emergere il suo reale intento: far parlare di sè. D'altronde, da un ignobile sconosciuto intalentuoso quale si è dimostrato, certamente non si potevano attendere motivazioni profonde, che potessero giustificare il suo operato. Si limita a chiocciare dell'uso della scurrilità nella satira, che forse dovrebbe leggere, giusto per avere un'nfarinatura su come se ne produce e adduce le accuse mossegli alla condizione di "caciottari arricchiti" dei denigratori. Io ricorderei, a "sto tale" che l'essere "caciottari" è una professione onorabilissima, l'esserne anche "arricchiti", soprattutto ai gironi nostri, potrebbe addirittura addurre un complimento. Che apprenda l'uso di esempi e termini più corretti.
Giorgia Meloni, suo malgrado coinvolta nella vicenda, ha dato ampia dimostrazione di spessore culturale, relegando questa come questione di alcun importanza. Anzi, intervistata sull'argomento, ha addotto di aver letto alcune "strisce" del fumetto e di voler. in prim momento, contattare l'autore per commetarne le opere, continuando nella lettura, invece, ed incontrandone la reale volgarità, ha preferito astenersi ed ignorare l'intera vicenda.
Ad intervenire prontamente, invece, l'intero comparto politico che, bipartisan, ha inteso dimostrare vicinanza e stima alla collega Meloni, che ringrazia, sminuendo l'entità dell'accaduto.
Brava Giorgia!!

4 commenti:

  1. E' UNO SCHIFO!! STI CAZZO DI COMUNISTI CI VORREBBE LA FORCA.

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  2. Io non sono di destra ma ho letto qualche estratto del fumetto e lo trovo cafone. E poi si lamentavano di Luttazzi. Questa è vera immondizia e dovrebbe essere censurata.

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  3. La Satira informa, deforma e fa quel cazzo che le pare.

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  4. Nessuno fa liberamente "quel che cazzo gli pare". In ASSOLUTO. La libertà individuale termina al limitare di quella altrui. Ed è necessario porre attenzione alle cose, prima o poi, la libertà limitata o aggredita dalle boiate altrui, potrebbe essere la nostra.

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