lunedì 23 novembre 2009

Aggiungi un posto a tavola...c'è un immigrato in più.


Qualche volta vi pesa essere qui? C'é qualcuno che ve lo fa pesare? O qualche volta c'é qualche stronzo che dice qualche parola di troppo?
(G. Fini)


Commovente il tentativo perpetrato dall'esimio Presidente della Camera, Gianfranco Fini, di calarsi nel ruolo di tardo-adolescente, comunicando con ragazzi dagli 8 ai 18 anni (quasi esclusivamente stranieri) del centro "Semina", l'ultima tappa del suo personale tour pro-immigrazione. Un'idea promozionale davvero interessante. Abbandonate quindi giacca, cravatta e l'abituale "savoir faire", il Gianfrancone nazionale con un New-popular style, ha dato libero sfogo alle preoccupazioni che da tempo lo incupiscono, relative al degrado dei rapporti tra immigrati e nazione. Certamente un annoso problema, quelle delle "paroline di troppo", alle quali, con spregio del suo ruolo istituzionale, il Presidente Fini risponde con una bella "parolaccia di circostanza", in puro stile "slang giovanile". Intuizione, la sua, davvero poco felice. Stà di fatto che, alla risatina strappata ad una platea interdetta, sarebbe stato forse più opportuno, dall'alto della sua carica istituzionale, un lessico meno scavezzacollo, meno fornito di epiteti poco edificanti. Da genitore responsabile, insomma.
Tutto sommato, però, al Presidente della Camera, perdoniamo anche questa. E' doveroso, da parte nostra, dare atto al titanico sforzo umano di Fini nel riagguantare le fila discorsive populiste della sinistra italiana, ormai dispersa nelle proprie contraddizioni, ed inseguire, come i comunisti prima di lui, la chimera del bacino voti straniero.
Uno che guarda lontano, il Presidente Fini, un opportunista che ha già misurato in termini elettorali il valore delle orde migratorie, in aumento ogni anno, e secondo la proposta di legge sul voto agli immigrati, che vorrebe vedere gaudenti alle urne, con al petto una bella spilla a suo nome.
L'italiano ormai è stanco...ma intanto, vota Gianfranco!!
Peccato che l'indice di assorbimento occupazionale italiano, sia uno dei più bassi d'Europa, specialmente al Sud. Peccato che la quantità di immigrati che soggiacciono senza un posizionamento sociale, sia inevitabilmente destinata a salire e ad ingrossare le fila di chi, per ovvia necessità vitale, debba trovare il modo, legale o meno che sia, di sfamarsi, di vestirsi, di vivere. Il problema non è raziale, mio caro presidentone, il problema è sociale.
Ed è un emergenza insostenibile.
Invece di perorare il suo Tour promozionale, venga nei luoghi dove italiano significa minoranza, faccia il suo bel discorso a quelli che vivono in 30 in pochi metri quadrati, nella sporcizia, nella povertà, e constati da solo se per costoro sia così semplice distinguere il bene ed il male, il legale dall'illegale. Venga a vedere le migliaia di ragazzi sulla domiziana, che aspettano di essere scelti quale manovalanza schiava, per lavorare diciotto ore, senza sosta, senza diritti, senza sicurezza, per il costo di un panino ed una birra. Eccolo il motivo per il quali gli italiani non vogliono fare lavori a bassa specializzazione, perchè la loro concorrenza è fatta di morti di fame sfruttati, per i quali non c'è identificazione alcuna, persone che, nella maggiorparte dei casi, non esistono agli occhi delle istituzioni, e che lavorerebbero anche nelle peggiori situazioni, pur di evitare la morte per stento.
Caro presidente Fini, l'italiano non è viziato, è solo conscio di avere diritti, in casa sua, diritti inalienabili che ha pagato con sangue e fatica. Per questo diciamo NO! al'immigrazione selvaggia, all'accoglienza di chiunque bussi la nostra porta o entri di sottecchi dalle nostre finestre. No!! A coloro che non possono essere riconosciuti, schedati e rintracciabili come lo siamo noi cittadini italiani, che non hanno modo di contribuire allo sviluppo sano del nostro paese, che non possono essere assorbiti dal nostro mercato. No!! Perchè per diritto di nazionalità, di storia, generazionale, la precedenza nel garantire il rispetto dei diritti, và inequivocabilmente agli italiani. No!! Perchè per "aggiungere un posto a tavola", bisogna prima avere una tavola, e qualcosa da metterci sù.
Lei continui anche con la demagogia. Per quanto mi riguarda, ed usando uno "slang senza età" dico di essere padrone in casa mia, e se l'ospite "piscia fuori dal vaso", lo saluto e, con gentilezza, gli indico l'uscita.

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