martedì 10 novembre 2009

Cosentino indagato per contiguità mafiosa...


Cosentino indagato per presunte collusioni con il clan dei Casalesi.

Dopo innumerevoli indiscrezioni apparse nell'ultimo periodo, oggi emerge un provvedimento cautelare firmato dal GIP Raffaele Piccirillo del tribunale di Napoli nei confronti del segretario all'Economia e coordinatore regionale PDL Nicola Cosentino . Il provvedimento è stato posto all'attenzione del Presidente della Camera Gianfranco Fini per le necessaria autorizzazione a procedere. A carico di Cosentino, gravano le accuse di concorso esterno in associazione camorristica, scaturite dalle dichiarazioni di cinque pentiti della camorra casalese tra i quali l'imprenditore Gaetano Vassallo, passato tra le file dei collaboratori di giustizia dopo una lunga carriera nel circuito dello smaltimento rifiuti e del turismo.
Le dichiarazioni apportate al vaglio della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) sono relative a presunti legami tra Cosentino ed i vertici del clan dei Casalesi, tra i quali il famigerato Francesco "SANDOKANi" Schiavone, attualmente in regime carcerario di 41bis per le condanne di associazione camorristica, omicidio, tentato omicidio ed altre ottime "referenze penali". Il Vassallo racconta degli interessi economici, politici e personali che legavano a doppio filo Cosentino con i fior fiore dell'apparato direttivo camorrista, fino a divenire, negli anni dal 92 al 96, "postino" insieme all'avvocato Mario Natale, delle comunicazioni di Sandokan, allora latitante, con Boss del calibro di Diana e Zagaria.
In realtà, gli addebiti sollevati a Cosentino (ed all'intera famiglia) partono da molto più lontano, ed appartengono ad un surreale iter ascensionale fatto anche di immotivabile "cecità" da parte degli organi inquirenti. Infatti, le prime dichiarazioni al vaglio inquirenti relativi il nostro "eroe" risalgono al 2000, quando il cugino del Boss Schiavone, Carmine, primo pentito casalese, districa i primi chiarimenti sulle collusioni relative ai patti elettorali intrapresi nell'anno 1982, quando il coordinatore militava nel PSD. Da allora, di dichiarazioni da verificare ce ne sono state molteplici, tutte inanellate in 27 anni di "onorata carriera" e tutte da riscontrare quindi, nessuna certezza.
Incontrovertibili e riscontrabili, invece, sono i legami che la famiglia Cosentino, intrattiene con esponenti condannati del malaffare casertano, due dei fratelli Cosentino, sposano parenti prossime (figlie e sorelle) di boss quali DIANA e RUSSO, altri intrattengono legami di amicizia (oggetto di controllo ed evidenza da parte delle forze di sicurezza) con pregiudicati per associazione mafiosa, tentato omicidio ed estorsione. Tutto ciò, comunque, non basta per vedere negato i certificati antimafia alle aziende di famiglia, negati nel 1998 dalla prefettura perchè
"rappresentano elementi, univoci e non contestati, da cui ragionevolmente può dedursi che sussisteva il pericolo di infiltrazione mafiosa" (ndr)

Fortunatamente, ci pensò il prefetto che successe, Maria Elena Stasi (divenuta in seguito esponente della Camera con il PDL, sotto perorazione dello stesso Cosentino) a sbloccare "anomalmente" i certificati antimafia, la cui mancanza rischiava di collassare l'impero Cosentino, distromettendo la Aversana Petroli spa, colosso finanziario e primaria azienda familiare, dagli appalti e quindi dall'indiscussa egemonia locale.
Ma non soltanto queste, le oggettive difformità dei Cosentino, che invece, potrebbero riempire pagine e pagine. Iniziando dagli acquisti terrieri da esponendi camorristici, passando poi dall'egemonia sulla distribuzione del carburante (piu di 150 distributori a nome Cosentino o di prestanome, alcuni dei quali condannati), fino ad arrivare allo scandalo ECO4, all'omicidio ORSI, alla centrale da 800 mila megawatt di Sparanise.
Insomma, la discutibilità imprenditoriale ad oggi addebitata, cozza purtroppo con il ruolo istituzionale di Nicola Cosentino, e con e cariche, anche molto delicate, affidategli. Si spera nel profondo buonsenso che porti i dirigenti del PDL, a limitare i danni, lasciando decadere il nome del nostro "buon amico" quale concorrente alla carica di Presidente della Provincia.
La Campania, esce male già dall'amministrazione Bassolino. Un altro colluso a tirare le sorti di una regione così bistrattata, ci sembra eccessivo.

2 commenti:

  1. Presunte è un eufemismo.

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  2. Presunte fino a prova contraria. L'iscrizione nel registro indagati non pone una persona quale colpevole. Speriamo, qualsiasi sia l'esito del giudizio, che le indagini o comunque l'intera vicenda giudiziale, venga condotta con trasparenza, cognizione ed efficacia.

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