lunedì 18 gennaio 2010

Per il "Sole 24 ore" il sindaco di Caserta, Petteruti, il peggiore d'Italia.




Il sindaco di Caserta, Nicodemo Petteruti, ultimo in classifica negli indici di gradimento dei governatori locali del "Sole 24 ore".
Il dossier apparso sul quotidiano economico è soltanto l'ultimo smacco alla popolazione di Terra di Lavoro. I risultati provengono dal giudizio dei cittadini relativo l'operato dei propri amministratori locali. E per il nostro Nicodemo Petteruti, è stato un simposio di negatività. La voce, finalmente, del malcontento generale della città di Caserta, che subisce orami dal 2006, un'amministrazione fallimentare che si destreggia tra la sfiducia degli elettori e quella, politicamente ben più grave, dei propri consiglieri. Un sindaco che, come buona scuola di partito dei suoi omologhi Bassolino e Bindi, passa sopra ogni dignità politica. Oltre, perfino, a quella umana, rifiutandosi di assumere le proprie innegabili responsabilità ed estromettersi dalla "res pubblica".
Le cifre, pergiunta, parlano chiaro. Il disavanzo negativo del comune di Caserta, per entità, dovrebbe portare ad un' inevitabile dichiarazione di  "dissesto finanziario", e farne assumere l'onere morale all'amministrazione vigente. il soddisfacimento dei propri interessi e di quelli delle lobby che l'hanno sostenuto, invece, pongono Petteruti nella delicata situazione di "sordo " a qualunque richiamo alla decenza avanzatogli sia dall'opposizione, che da esponenti della sua stessa coalizione. E la sfiducia della quale è stato oggetto il sindaco e per la quale ha prima inviato le proprie dimissioni poi ritrattate, è una silente testimonianza dell'attaccamento alla poltrona, finchè morte non separi.
Ormai, ogni riunione municipale, diviene una bagarre di interpellazioni, di dichiarazioni al vetriolo. Di richieste di spiegazioni infrante contro un muro di silenzio. Perchè troppe le scuse apposte negli anni. Ed ora che il baratro dell'indebitamento non può più essere coperto da manovre e manovrine. Adesso che nulla riesce a mascherare l'indigazione degli stessi consiglieri comunali, la risposta del sindaco è univoco silenzio.  un silenzio colpevole.
Le scuse finiscono, ma restano gli impegni presi con ditte appaltatrici mai saldate, con i dipendenti pubblici ai quali pagare straordinari, con i fornitori nazionali di energia insoluti da anni, con le confederazioni dei commercianti portati allo streguo delle forze, delle imprese che non vedono aiuti locali alla difficile situazione contingente. Fino alla moltitudine di cittadini che attendono, inutilmente è bene che si sappia, la rivalutazione della propria città, ma che può soltanto soffrire le strade sconquassate, un'urbanistica assolutamente irrazionale, una mancanza endemica di forze di controllo a tutela del pubblico. Al cittadino, insomma, è dovuto l'onere alla proverbiale pazienza, ma non l'onore di una spiegazione.
Il dossier Governance Poll 2009, quindi, da voce al divario comunicativo creatosi tra i diritti dei cittadini casertani alla qualità della vita (nella classifica nazionale al quint'ultimo posto) , pagata a caro prezzo con una tara tassativa comunale tra le più alte d'Italia ed il dovere ad una giusta amministrazione della cosa pubblica.
Inoltre sarebbe interessante ricevere risposte oneste, su come sia stato speso l'indebitamento titanico di Caserta, insieme ai fondi europei del progetto Urban II spariti nel nulla, e gli innumerevoli impegni assunti dall'amministrazione con fornitori esterni e mai assolti. E gli esposti alla Corte dei Conti da parte del consigliere Polverino e di altri ne sono lampanti testimoni.
Pagate, invece, sono state le abnormi parcelle ai consulenti esterni che non rientrano, per entità ed utilizzo, in alcuna logica possibile. Ma che continuano ad essere fonte di dispersione delle già esigue forze economiche.
Ancora di più le licenze di costruzione rilasciate dal comune atte ad un'urbanizzazione ancora più feroce ed invedente, senza che mano alcuna sia stata posta alle aree disagiate che da anni attendono lavori di ripristino e di riatto. Soltanto lavori iniziati, ma mai terminati. Ed interi parchi vedono vita, su terreni un tempo destinati a verde pubblico. Come, infine, non citare l'area ex Ma.Cri.Co. immensa zona edificabile di 33 ettari posta nel centro cittadino che, per sua natura, sarebbe stata un'ottimo trampolino di rilancio per la rinascita della città, con una'urbanizzazione sostenibile, centri di interesse pubblico, un nuovo quartiere insomma, che potesse essere traino per l'intera comunità, ma che, dopo essere stata oggetto della campagna elettorale di Petteruti che ne propose un uso "fiabesco" quale parco pubblico, è rimasto fermo all'abbandono. Un'ennesima opportunità mancata per la città, una nuova pietra miliare dell'incapacità municipale alla concretezza. Eppure, il Governo di centrodestra accolse favorevolmente l'incipit dei predecessori. E' mancato, evidentemente, l'interesse privato della galassia dei costruttori e palazzinari casertani, ai quali, non dimentichiamo, Petteruti è legato.
La speranza, quale residente ed avente diritto al voto, è che lo stillicidio della nostra provincia termini immediatamente, che non si attenda il termine di questa legislazione farsesca e che, il sindaco Nicodemo Petteruti, ammetta la propria incapacità a ricoprire un ruolo, quello di sindaco di una provincia difficile quale Caserta, difficile ma bisognoso di concretezza e risolutezza. E di onesta. Intellettuale e politica.
A casa, dunque, Petteruti. Perchè ci sia una rinascita. Perchè tutti noi abbiamo il diritto, almeno alla speranza.

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