lunedì 15 marzo 2010

Il 1° Aprile nasce intrapartito di Fini, Generazione Italia: ma non è uno scherzo al "Cavaliere".

Nasce Generazione Italia, che chiama a raccolta tutti i "finiani" della politica e dell'istituzione. Il PDL inizia una irrefrenabile scissione?
Ormai è ufficiale. Nasce una "iniziativa politica" interna al Polo delle Libertà, ma fedele al Presidente della Camera Gianfranco Fini. A farne da gestore, il vicepresidente dei deputati PDL, e fedelissimo finiano, Italo Bocchino.
Generazione Italia, è questo il nome scelto per quella che, con notevole affanno, si tenta di far passare per una "innocua" iniziativa politica, volta a diffondere "l'ideale" tra le file politiche del PDL, ma che assurge a chiari connotati di scisma. 
Ironica anche la data scelta per la presentazione agli organi politici e di informazione: il primo di Aprile. Un gradevole tiro mancino al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi anche se, ci tengono a precisare, non sarà uno scherzo. 
Ed in effetti c'è molto poco da scerzarci su questo scisma che coinvolge le due correnti forti del primo partito del panorama politico italiano. Ormai da tempo, i due protagonisti del centro destra, Fini e Berlusconi, fedeli al canovaccio delle coppie separate in casa, si tirano piatti e bicchieri e litigano a suon di comunicati stampa che vedono il "gianfrancone nazionale" sempre più defilato in posizioni centriste, ed il "cavaliere" sempre meno convinto della "comunione" con AN.
Il proposito di GI sembra una decisa risposta speculare ai "Promotori della Libertà" iniziativa voluta dal premier, con a capo la Brambilla ma che, diversamente da questa, non dialoga con i movimenti, ma direttamente con la classe politica e con il territorio.
Insomma, per strutturazione ed organizzazione, questo "movimento" voluto da Fini, sembra proprio assumere i caratteri di un neonatale partito moderato, l'apoteosi del disegno politico dell'ex delfino almirantiano il quale, dopo aver messo alla porta l'ideologia missina ed aver rinnegato ogni ideale (che comunque lo ha portato al ruolo che detiene oggi), intonso continua il suo percorso personale verso il gradimento elettorale.
Aria di cambiamenti, quindi, e di grandi manovre che, come già in passato, vedranno il non più delfino ma ormai volpe, Ginafranco Fini, dare ancora una volta prova magistrale di scaltrezza e trasformismo.
Chissà che, lentamente, non stia scivolando su posizioni comuniste.
Bersani è avvisato. Facesse attenzione alla propria poltrona.

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